nasce il 22 settembre 1921 a Šembid (San Vito di Vipacco) in una famiglia nota e stimata. Il padre è titolare di un negozio, la madre maestra elementare. Radoslava si diploma alla scuola di avviamento commerciale a Gorizia. Nel 1942, in quanto collaboratrice della Resistenza slovena, viene rinchiusa in prigione a Gorizia, per poi venire internata a Omegna, in provincia di Novara, dov’è rimasta fino al 1943. Insegna per alcuni anni e lavora in un’agenzia marittima di Trieste. Ha realizzato diverse traduzioni per la radio. Nel 1949 conosce Boris Pahor e si sposano il 30 ottobre del 1952. Insieme hanno due figli. Radoslava muore nel giugno 2009. La famiglia Premrl conta tra i suoi membri mons. Stanko Premrl (zio di Radoslava da parte di padre), importante musicista e compositore: sua è l’aria su cui si canta l’inno nazionale sloveno. Lo scrittore Alojz Rebula commenta un episodio che vede protagonista l’autrice: “La maestra partigiana che offre un mazzetto di viole all’ufficiale delle SS, uomo triste per la funesta sorte toccata alla sua famiglia in Prussia: a spingerla è il senso di solidarietà umana. E questa ragazza dimostra anche in altre occasioni di non saper rinunciare a un gesto di compassione verso un essere umano, qual che sia l’uniforme che indossa: sia un ispettore del Partito Comunista o un tenente dei domobranci (collaborazionisti sloveni)”. (Note tratte dal libro Boris Pahor: biografia per immagini, Mladika, 2006).