Libri  /  Un anno nel bosco

Maria Clara Serra

Un anno nel bosco

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Per molti di noi "bosco" è ancora sinonimo di luogo misterioso, magari un po' tetro, inconsciamente connesso con indefiniti rischi e con paure reali. Ma quanti di noi hanno trascorso "un anno in un bosco"? Quasi nessuno. Ecco allora che i quindici scolari, protagonisti dapprima inconsapevoli, quindi partecipi sino ad esserne coautori, della bella avventura didattica suscitano, con la nostra ammirazione, anche un po' di commozione e, perchè no, di rimpianto. In effetti questo delicato "diario privato" di una Maestra impegnata nella ricerca e sperimentazione di un metodo alternativo e al tempo stesso creativo dell'insegnare a leggere, scrivere ed esprimersi, rappresenta una testimonianza importante. E lo è almeno per tre ragioni. La prima è connessa con la scelta tecnico-pedagogica, che potremmo sintetizzare nella relazione gioco-apprendimento e che consiste nell'adottare una strategia d'insegnamento rapportata agli interessi ed alle forme espressive più vicine e più consone al mondo infantile. La seconda può identificarsi nella valorizzazione e nello stimolo dell'immaginario individuale e collettivo; sinonimo di stimolo ella creatività, come lo stesso svolgimento dell'esperienza ampiamente conferma. La terza, infine, è identificabile con il fondamentale impulso alla capacità di osservare; quasi una "educazione all'osservazione", che si concretizza nell'organizzazione del pensiero deduttivo ed in una preparazione alla scienza che emerge evidente dalle pagine conclusive del lavoro. Si tratta sostanzialmente dell'applicazione della filosofia e del metodo "Scout" all'insegnamento elementare; che non rappresenta precisamente un diverso modo di fare scienze naturali a scuola, ma qualcosa di più, poichè la sua impostazione appare finalizzata alla formazione della personalità, allo sviluppo delle capacità espressive, nonchè al rapporto conoscitivo diretto con la propria realtà ambientale. (dalla presentazione di Michele Zanetti)

 

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