Antonio Silvio Calò, Silke Wallenburg
Collana: Frecce
Con la prefazione di David Sassoli e la postfazione di Romano Prodi
«Questo libro ci fa capire che l’accoglienza è possibile, che si può accettare l’altro in modo rispettoso, che si può lavorare bene insieme ed essere persone capaci di creare relazioni senza pregiudizi e senza schemi.» Dalla prefazione di David Sassoli
«In questo vuoto della politica nazionale ed europea, il modello che la famiglia Calò ci ha proposto non solo ci conferma che il nostro Paese ha bisogno di migrazione. Il migrante è uno di noi, non è solo un problema, ma una risorsa che noi possiamo scoprire come arricchimento per noi stessi e per il nostro Paese.» Dalla postfazione di Romano Prodi
Il professor Antonio Silvio Calò ha accolto sei profughi a casa sua. Ragazzi africani che ora parlano un buon italiano, che hanno un lavoro a tempo indeterminato e una casa tutta loro. “Io, mia moglie e i nostri quattro figli siamo gente comune. Se l’abbiamo fatto noi, può ben farlo lo Stato, i comuni.” Il Parlamento europeo lo ha eletto Cittadino europeo 2018. Partendo dalla sua esperienza, Calò ha sviluppato un modello di accoglienza diffusa che alcuni comuni di sei paesi europei stanno realizzando con i fondi della Commissione europea. Alla giornalista olandese Silke Wallenburg, con cui ha condiviso la sua storia e le sue idee innovative ha detto: “Lascia che gli altri mi giudichino”. E così tante persone entrano in un dialogo costruttivo con lui in questo libro, dal profugo al politico europeo, dall’imprenditore al caporedattore, di destra e di sinistra.
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