Collana: Scritture
È nella fredda e brumosa Prussia Orientale, nel lager di Stablak, che si ambienta gran parte di questo racconto. Guerrino Moretto, soldato prigioniero n. 14059 1 A, vi giunse il 30 settembre 1943. L’8 settembre lo aveva colto in Dalmazia, a Ragusa: per un’assurda coincidenza era rientrato al suo reparto giusto il giorno prima dal Veneto. Fosse rimasto a casa nessuno avrebbe potuto rimproverarglielo, e un ritardo anche di un solo giorno avrebbe cambiato la sua vita. Invece si trovò rinchiuso in una tradotta per il Nord: dai minareti della Bosnia ai cupi profili delle lande baltiche. A dargli un po’ di conforto, le amicizie al campo e gli sporadici incontri con qualche donna. La sciarpa rossa, dono di una di queste, sarà un dolce ricordo che lo distrarrà dagli orrori del lager. Guerrino resterà a Stablak fino al 9 maggio 1945, quando, con l’irrompere nel campo di un cosacco a cavallo, potrà scrivere sull’ultima pagina del suo diario: “È finita!”.
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